Omaggio a Maria Ianniciello
Salutiamo ed incoraggiamo la dott.ssa maria Ianniciello di Grottaminarda. Il suo blog è da consultare, si tratta di una donna dal pregio dell’obiettività, della creatività solare.
Auguri di buon lavoro… e grazie per il contributo dato in memoria del nostro poeta Pietro Paolo Parzanese.
MARIA IANNICIELLO
La cultura non è serva del potere, né schiava dell’ipocrisia, ma è il traino verso la libertà
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MARIA IANNICIELLO
La cultura non è serva del potere, né schiava dell’ipocrisia, ma è il traino verso la libertà
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Si ripubblica l’ottimo articolo su poeta romantico del mezzogiorno Pietro Paolo Parzanese, apparso sulo blog di Maria Ianniciello:
Pietro Paolo ParzaneseLa rivincita dei piccoli: “culto della poesia popolare e campagnola” (Arturo Famiglietti)di Nunziante MinichielloIl poeta che si ribella al potere, lascia la cortigianeria, e glorifica, nobilita e, soprattutto, ripaga e si fa cantatore degli umili e dei semplici: eroismo tutto particolare; non appariscente, ma efficace; capito, riconosciuto e ricambiato dagli interessati e però avvertito pure dai potenti, i quali, come scrive Francesco Lo Parco nella bella ed interessante raccolta di poeti irpini, curata ottimamente da Arturo Famiglietti, l’avevano segnato a chiare note nel libro nero degli “attendibili” politici… I potenti dell’epoca, come i potenti di tutti i tempi, non tralasciarono occasione per farglielo capire e di agire di conseguenza, anche se non poterono impedire la popolarità diffusa nel Regno delle Due Sicilie ed oltre o limitarne il riconoscimento e la notorietà che andarono ben oltre i confini regionali, oltrepassando addirittura le Alpi. Le autorità del tempo gli riservarono fino alla morte le più risentite attenzioni. Infatti ancora il Lo Palco scrive: “Attendibile assertore d’una Italia libera e indipendente, per il delitto d’aver amata la patria non potevano essere concessi onori funebri: perciò la salma del poeta, il 30 agosto 1852, fu trasportata tacitamente, senza pompa ed onori, seguita da pochi coraggiosi e fedeli amici e letterati, al Camposanto di Poggioreale” (Napoli). Era risaputo già allora che pensare con la propria testa comportasse dei rischi e che lasciarsi vincere dalla tentazione di urtare il potere venisse ripagato con persecuzioni o, nella migliore delle ipotesi, con l’oblio e qualche volta anche col vietarne la celebrazione dei funerali, come si tentò col nostro poeta, ma inutilmente, perché il coraggioso Ercole Della Valle affermò e dimostrò che in chiesa comandava lui. E dopo l’atto del forte Ercole Della Valle e della piccola schiera di amici, il silenzio, l’oblio o, peggio, la sufficienza, la denigrazione, la condanna di chi aveva osato negare il suo estro ed il suo verso ai potenti, come sempre si è fatto e si continua a fare. Il rivoluzionario tutto irpino, pur minato nella salute, fortissimo nella fede, non espose a pericoli i suoi eroi ed eroine ed i suoi estimatori e finì lui stesso per morire di morte naturale. L’azione però c’era stata e gli interessati avevano accusato il colpo, pur incassandolo opportunamente, rinviando la reazione ( o sarebbe meglio dire la vendetta?) a tempo debito. Ed a suo tempo l’odio covato coprì di silenzio ostile Pietro Paolo PARZANESE, che doveva pagare non tanto per quello che aveva fatto quanto per quello che aveva osato non fare. Delle campagnole e colleghi s’erano già interessati gli arcadi, i quali sapevano come fare poesia non solo senza inimicarsi la nobiltà, ma soprattutto perché questa si divertisse. Pietro Paolo PARZANESE non ne seguì l’esempio, anzi vi mise sentimento, per cui tutti i personaggi, non ancora elevati a rango di popolo sovrano, ma facenti parte della gente che lavora e tace, subisce ed abbozza, è considerata cosa e si adegua, tutti i personaggi, dicevo, vengono considerati nella loro semplicità e naturalezza ed in questo ritenuti degni non solo di versi, ma soprattutto di rispetto, con tutte le conseguenze. Il popolo lavoratore e sofferente aveva trovato chi lo considerava e gli dedicava persino versi e, stranamente o raramente, costui proveniva proprio dal popolo lavoratore, che lasciava così d’essere cosa per significare e dire e per giunta significare e dire in bello stile e buona sostanza. Ce n’era abbastanza per urtare l’orgoglio dei suscettibilissimi vip dell’epoca, i quali gareggiavano in pretese proprio come certi di oggi e si vedevano negare la prosodia e la metrica del fragile e fierissimo irpino, che pur dando al suo verso pacatezza e serenità non nascondeva il coraggio tipicamente nostrano e le mire patriottiche e progressiste, suggerite dalla carità e dalla libertà. Il grave “reato” di Pietro Paolo PARZANESE: aver negato elogi e salamelecchi ai potenti ed aver portato gli umili in prima pagina: una volta tanto la facciata non era occupata da vip in tenuta ed atteggiamento pavoneschi, per dare di sé la migliore o peggiore immagine ( proprio come accade pure oggi), ma era occupata da eroi minori, al naturale, coi loro problemi e soprattutto coi loro sentimenti. Era grossa. Proprio grossa. Una vera, autentica rivoluzione di portata imprevedibile. Una specie di sovranità popolare ante litteram. Cosciente od incosciente, volente o nolente Pietro Paolo PARZANESE s’era isolato, era andato a far compagnia ai Campanella, ai Bruno, ai Cuoco, ai Filangieri e simili, che vengono tenuti nel dimenticatoio pur oggi, come accade d’altra parte per De Sanctis o per Mancini od altri, che sono ormai riportati pure loro nel libro nero degli “attendibili” politici! E la giustizia sociale, il Mezzogiorno, la sovranità popolare, la democrazia, la libertà, tutti argomenti di primaria importanza per tutti e per tutte le stagioni, restano sofistiche battaglie di parole, tanto per dire e per non fare, fino a quando da tanta gente laboriosa e paziente non nascano tanti Parzanese e suoi compagni, che redimano e rappresentino degnamente le categorie di provenienza, che aspettano dai primordi di far parte di una umanità paritaria, nella quale siano assenti prepotenze e violenze e sulla quale vigila attenta e domina potente e certa la astratta LEX, benefica per tutti e nociva per nessuno, come principiavano i latini ideatori del diritto.
Ecco in sintesi le aree tematiche trattate.
Aree tematiche
Attualità (2)
I disturbi del comportamento alimentare (3)
I libri della Delta3 edizioni (3)
I pensieri di Nunziante Minichiello (7)
Interviste (1)
Le storie di Maria Ianniciello (1)
news (2)
poesie (1)
recensioni (2)
Rubrica. “Il Meridione che sogniamo” (5)
Saggi (4)
SPECIALE SEBASTIANO SOMMA (1)
Viaggi e fotoreportage (2)
Attualità (2)
I disturbi del comportamento alimentare (3)
I libri della Delta3 edizioni (3)
I pensieri di Nunziante Minichiello (7)
Interviste (1)
Le storie di Maria Ianniciello (1)
news (2)
poesie (1)
recensioni (2)
Rubrica. “Il Meridione che sogniamo” (5)
Saggi (4)
SPECIALE SEBASTIANO SOMMA (1)
Viaggi e fotoreportage (2)
Pubblicato il 26 aprile 2008 su blogdi Maria Ianniciello, Grottaminarda. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.
Grazie mille per l’attestato di stima. Un cordiale saluto. Maria Ianniciello